Il Karate moderno, come oggi inteso, ha una storia abbastanza recente: convenzionalmente nasce con una dimostrazione pubblica organizzata a Kyoto, in Giappone nel 1916. Era questa la prima volta che il Karate, fino ad allora praticato in segreto tra gli abitanti, veniva dimostrato fuori dall'isola di Okinawa.
Non erano mancate, durante la storia delle isole Ryukyu, dimostrazioni pubbliche di arti marziali: la prima manifestazione, tramandataci, di arti marziali cinesi ad Okinawa risale al 1761, a dimostrare il grande influsso che esercitava la Cina sullo sviluppo delle arti marziali nell'arcipelago. Durante il diciannovesimo secolo quest'arte iniziò a prendere il nome di "Tode", a dimostrazione che non si poteva ancora parlare di Karate come odiernamente inteso.
E' particolarmente significativo il significato della parola Tode:
- il termine TO sembra indicare la provenienza cinese di quest'arte (TO = dinastia T'ang)
- il termine TE, cioè mano, che poteva essere pronunciato "de".
Kara-te-do |
La paternità cinese del Tode è pertanto sin da subito evidente; il nome stesso ne è una chiara indicazione. Ma agli inizi del 1900 i giapponesi non potevano permettersi, in un periodo di continue tensioni con la Cina - come quello degli anni venti e trenta - che un prodotto cinese fosse utilizzato come incomparabile disciplina di combattimento.
Nel 1935, un comitato formato da maestri di stili differenti (Shotokan-tyu, Goju Ryu, Wado ryu) si trovò per decidere un nome da dare alla loro arte marziale, per eliminare ogni riferimento ai vicini cinesi. La chiamarono Karate.
Il fatto importante stava nell'ideogramma con il quale si scriveva la nuova parola. Nella lingua giapponese, ideogrammi differenti infatti possono avere esattamente la stessa pronuncia, mentre un singolo ideogramma può avere pronunce differenti. Il termine karate ne è un eccellente esempio.
L'ideogramma TE significa mano, ma ci sono due ideogrammi completamente differenti che si possono pronunciare KARA: uno significa "vuoto", l'altro è il carattere cinese che si riferisce alla dinastia T'ang e può essere tradotto con la parola "cinese". Da qui il significato "mano vuota", ad indicare un'arte senza l'uso delle armi.
Alcuni maestri ritenevano, e lo sostengono odiernamente, che alla parola Karate andrebbe aggiunta la particella "do" (che significa "la via"), ad indicare come il Karate sia non solo un'arte ma una strada da intraprendere secondo la quale vivere la propria vita.
Il termine Kara assunse nel corso del tempo un nuovo duplice significato : vuoto, riferito alle mani disarmate, come sopra riportato; e vuoto, riferito allo stato mentale del praticante, che deve "svuotarsi" da ogni vanità e da tutti i desideri terreni per praticare la disciplina.
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