Il Ju-jitsu o ju-jutsu è un'arte marziale di origini nipponiche. La parola, nella sua corretta trasposizione, significa letteralmente "arte della cedevolezza".
Ebbe origine in Cina e Giappone. Le origini più antiche sono rinvenibili solo in leggende e miti di vario genere. Uno dei più antichi scritti giapponesi, il "Takanogawi", parla di un combattimento senza armi che consentiva agli "dei" Kashima e Kadori di imporre la loro volontà ai sudditi mediante la loro astuzia in questa forma di combattimento.
Passando a fatti ed avvenimenti storicamente attendibili e databile, gli storici affermano che attorno al 1500 un grande fillosofo giapponese di Nagasaki, Shirobei Akiyama, durante i suoi trascorsi in Cina, studiò il combattimento senza armi con un maestro cinese chiuamato Haku-tei, ma si rese conto che quella forma di lotta richiedeva una forza molto considerevole. Decise pertanto di studiare in proprio una forma di combattimento senza armi, pensata per la difesa personale e praticabile da ogni individuo, indipendentemente dalla forza di quest'ultimo.
La leggenda del salice
La leggenda narra che il monaco Shirobei, rientrato in Giappone dal suo soggiorno in Cina, osservando in un giorno di tempesta il comportamento di un ciliegio e di un salice, notò che i forti rami del ciliegio rimanevano rigidi contro il vento e venivano spezzati. Al contrario quelli del salice , più deboli ma anche più flessibili, si curvavano davanti alla potenza del vento e rimanevano indenni.
Ciò spinse il filosofo a studiare un sistema di combattimento nel quale il più debole degli antagonisti potesse vincere piegandosi come i rami del salice.
Fondò successivamente un'accademia chiamata "Yoshin-ryu", il cui nome significa letteralmente "scuola del salice", la quale rappresenta l'origine del ju jitsu.
In realtà lo Yoshin - Ryu accomuna varie tradizioni marziali giappnesi, alla quale si rifanno differenti stili di lotta, sin dai primi decenni del diciassettesimo secolo.
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