Lo iaidō è un'arte marziale giapponese tra le più nobili ed antiche, legata alla tradizione dei guerrieri feudali. Nei secoli si è sviluppata, ricevendo una spiccata influenza dal pensiero zen.
Lo iaido infatti trae le sue radici dalle antiche scuole di kenjutsu e iaijutsu, frequentate dai guerrieri e combattenti nipponici, i bushi (samurai).
L'arte in questione riguarda l'estrazione della spada, ma letteralmente il suo nome significa la "via dell'unione dell'essere". Scopo di questa disciplina, infatti, non è solo l'affinamento dell'estrazione dell'arma, ma la perfetta ed armonica unione con se stessi e con l'Universo.
Storicamente, lo iaidō trovava applicazione nei duelli tra guerrieri samurai dove la morte di uno (o entrambi) i contendenti solitamente avveniva dopo un combattimento di massimo uno o due scambi, ben diversamente da quanto dalle immagini dei duelli alla spada radicate nel pensiero collettivo. Svolgendosi in tal modo i duelli, l'abilità tecnica richiesta era massima: era possibile che lo scontro si risolvesse anche solo con l'estrazione della spada e il successivo singolo fendente.
Alla luce di tutto quanto esposto, risulta evidente l'importanza fondamentale dell'arte dell'estrazione della spada nella vita del guerriero.
Al giorno d'oggi, lo studio della katana ha acquisito valore prettamente interiore, come mezzo di indagine del profondo alla scoperta dell’essere, ed è in base a questi presupposti che le originali scoule del kenjutsu e dello iaijutsu si sono evolute verso il kendō e lo iaidō.
L'essenza di questa finissima arte marziale è racchiusa nel detto "saya no uchi de katsu", il quale è traducibile con l'aforisma "vincere (con la spada) nel fodero" ovvero vincere il duello senza sfoderare la spada. Il praticante doveva dimostrare una conoscenza tale della tecnica da indurre l'avversario ad abbandonare la contesa ancora prima di averla iniziata.
La disciplina prevede l'esercizio pratico di 12 kata (forme) seitei-iai, riconosciuti dalla All Japan Kendō Federation, la federazione di riferimento odierna giapponese relativa a quest'arte. Infatti lo iaidō, insieme al kendō, al jodō e al naginata-do, sono riunite sotto la singola sigla della All Japan Kendō Federation e alla FIK (federazione internazionale del kendo) che ne promuovono lo sviluppo a livello mondiale.
In Italia lo iaidō è promosso da due federazioni indipendenti: la Federazione Italiana Kendo e la Confederazione Italiana Kendo.
Lo iaido infatti trae le sue radici dalle antiche scuole di kenjutsu e iaijutsu, frequentate dai guerrieri e combattenti nipponici, i bushi (samurai).
L'arte in questione riguarda l'estrazione della spada, ma letteralmente il suo nome significa la "via dell'unione dell'essere". Scopo di questa disciplina, infatti, non è solo l'affinamento dell'estrazione dell'arma, ma la perfetta ed armonica unione con se stessi e con l'Universo.
Storicamente, lo iaidō trovava applicazione nei duelli tra guerrieri samurai dove la morte di uno (o entrambi) i contendenti solitamente avveniva dopo un combattimento di massimo uno o due scambi, ben diversamente da quanto dalle immagini dei duelli alla spada radicate nel pensiero collettivo. Svolgendosi in tal modo i duelli, l'abilità tecnica richiesta era massima: era possibile che lo scontro si risolvesse anche solo con l'estrazione della spada e il successivo singolo fendente.
Alla luce di tutto quanto esposto, risulta evidente l'importanza fondamentale dell'arte dell'estrazione della spada nella vita del guerriero.
Al giorno d'oggi, lo studio della katana ha acquisito valore prettamente interiore, come mezzo di indagine del profondo alla scoperta dell’essere, ed è in base a questi presupposti che le originali scoule del kenjutsu e dello iaijutsu si sono evolute verso il kendō e lo iaidō.
L'essenza di questa finissima arte marziale è racchiusa nel detto "saya no uchi de katsu", il quale è traducibile con l'aforisma "vincere (con la spada) nel fodero" ovvero vincere il duello senza sfoderare la spada. Il praticante doveva dimostrare una conoscenza tale della tecnica da indurre l'avversario ad abbandonare la contesa ancora prima di averla iniziata.
La disciplina prevede l'esercizio pratico di 12 kata (forme) seitei-iai, riconosciuti dalla All Japan Kendō Federation, la federazione di riferimento odierna giapponese relativa a quest'arte. Infatti lo iaidō, insieme al kendō, al jodō e al naginata-do, sono riunite sotto la singola sigla della All Japan Kendō Federation e alla FIK (federazione internazionale del kendo) che ne promuovono lo sviluppo a livello mondiale.
In Italia lo iaidō è promosso da due federazioni indipendenti: la Federazione Italiana Kendo e la Confederazione Italiana Kendo.
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